I Briganti nella Terra di Lavoro erano presenti in gran numero, perchè la zona, posta al confine tra Stato Pontificio e Regno Borbonico, costituiva una sorta di ‘zona franca’, una ‘terra di nessuno’, dove i briganti potevano agire praticamente indisturbati.
La posizione “strategica” consentiva il cosiddetto ‘salto della quaglia’, ossia di passare da una parte all’altra sfuggendo a qualsiasi attività di repressione.
Essendo una zona ricca di folti boschi, di dirupi scoscesi, di profonde caverne, di impervie montagne, rappresentava l’habitat naturale per il brigante. Per questo le nostre terre furono ‘infestate’ (per usare un termine molto caro alla storiografia dominante) da una miriade di capibanda, ognuno dei quali ha la sua storia da raccontare.
Una storia fatta quasi sempre di miseria, di povertà, di analfabetismo, di ignoranza, di violenza in cui è difficile scorgere un barlume di sentimenti politici o di rivendicazioni di carattere ideologico.